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Euro digitale, italiani pronti, ma attenzione a privacy e potere Bce

Negli ultimi mesi il tema dell’euro digitale, il progetto ideato dalla Banca Centrale Europea per creare una moneta virtuale da introdurre nei 19 Paesi che utilizzano l’euro, si sta ritagliando un proprio spazio di dibattito pubblico, anche considerando Novità il fatto che la BCE abbia lanciato il 12 ottobre una consultazione pubblica rivolta a cittadini, mondo accademico, istituzioni finanziarie e autorità pubbliche per esprimere le proprie opinioni sulla necessità di pagamenti e fornire indicazioni sui potenziali benefici di ciò.

Anche l’introduzione di una CBDC (Central Bank Digital Currency) in Europa assumerebbe una forma di cambiamento piuttosto radicale per il sistema bancario europeo e il rapporto tra cittadini, banche commerciali e BCE. Ciò avrà infatti un impatto significativo sulle abitudini quotidiane dei consumatori, che potranno utilizzare una moneta virtuale parallela alle banconote, con corso legale e garantita dalla Banca Centrale Europea, per i pagamenti nei Paesi dell’Eurozona. Un euro digitale consentirebbe inoltre, per la prima volta, ai privati ​​cittadini di depositare direttamente presso la Banca centrale europea, quindi al di fuori delle tradizionali banche commerciali.

Come funzionerà l’euro digitale?

La moneta elettronica funzionerà in modo simile alle criptovalute. Si baserà sull’emissione di valuta virtuale tramite blockchain e la sua conservazione in portafogli digitali. Anche se sarà implementata e controllata centralmente attraverso un database gestito dalla banca centrale, dal governo o da un ente accreditato società terza.

Fa anche parte del desiderio dei governi europei di migliorare la tracciabilità e la trasparenza dei pagamenti per combattere l’evasione fiscale e ridurre l’uso del contante, che è ancora utilizzato per oltre il 70% delle transazioni nell’UE.

Tuttavia, anche in paesi tradizionalmente riluttanti a innovare, come l’Italia, la sensibilità dei consumatori ai pagamenti digitali è aumentata in modo significativo. Ne è un esempio il successo del cashback del governo, proseguito nella prima metà dell’anno dopo le sperimentazioni del periodo natalizio, con buoni risultati. Pertanto, credo che gli italiani siano sempre più disposti ad accogliere le valute digitali, soprattutto se le valute digitali possono portare loro vantaggi immediati. Inoltre, le valute digitali possono anche creare ulteriore coesione nelle politiche economiche e normative europee. Il problema sta diventando più evidente anche dal punto di vista delle autorità di vigilanza finanziaria. Con un’indagine della Banca dei regolamenti internazionali condotta su 66 banche centrali che mostra che l’80% di loro sta lavorando a un progetto di valuta digitale.

Lo scopo è quello di utilizzare strumenti digitali per la gestione finanziaria personale. Un euro digitale sarebbe anche per noi un’ottima opportunità per proseguire i programmi di educazione finanziaria già avviati, accompagnare i consumatori nell’adozione dei nuovi media. Potrebbe aprire la strada a una CBDC più fruibile da banche, imprese e cittadini.

E per quanto riguarda la privacy?

Si segnala che il dibattito che si è svolto nelle ultime settimane tra l’utilizzo del contante e l’utilizzo del POS (con relative restrizioni che i nuovi dirigenti sono pronti ad approvare) non avrà più alcun senso nel momento in cui verrà implementato l’euro digitale tra circa 24 mesi. Ciò dovrebbe portare a un ripensamento della previsione digitale e tecnologica.

Allo stesso modo, anche la potenziale riduzione (se non l’eliminazione) della privacy dovrebbe essere portata all’attenzione del pubblico con l’avvento delle CBDC e di un euro digitale dove le autorità di regolamentazione possono vedere ogni transazione. Il 16 gennaio, i ministri delle finanze dell’Euro gruppo hanno elencato una serie di preoccupazioni, nonché il potenziale impatto della valuta sull’ambiente, nonché i rischi per la stabilità finanziaria. Un esempio pratico potrebbe essere la Nigeria, che ha limitato i prelievi bancomat a $ 225 a settimana per imporre l’uso della sua CBDC eNaira.

Tanti sono anche coloro contrari a questa idea che supportano l’euro digitale.

Un euro digitale “fornito da un’istituzione pubblica indipendente come la Bce “consentirebbe migliori tutele della privacy rispetto alle criptovalute e alle società private, che potrebbero utilizzare impropriamente i dati delle transazioni e dei pagamenti per “rivelare aspetti privati ​​della nostra vita”.

Lo ha sottolineato il consigliere di Bce Fabio Panetta nella lectio magistralis di Federcasse.

“Alcune società di pagamento – ha osservato – stanno passando da un modello di business basato su commissioni a un modello basato sui dati in cui i servizi vengono offerti gratuitamente per ottenere informazioni sui clienti”.

Con un euro digitale, la Bce “garantirà che le informazioni siano utilizzate solo per scopi consentiti, come la lotta alle attività illegali”. Il governatore della banca centrale ha ribadito che il contante “rimarrà disponibile”. I consumatori continueranno a poter utilizzare le banconote per pagamenti anonimi se lo desiderano”.

 

Conclusione

Tuttavia, vista la fase iniziale di discussione, è prematuro fare considerazioni precise sulla futura struttura e caratteristiche di una moneta digitale europea. Alcune questioni delicate sono e dovranno essere risolte, come la gestione della privacy, il tracciamento dei pagamenti e l’evitare eccessivi centralizzazione della banca centrale bisogno di potere. Ci auguriamo certamente che, alla fine del pensiero necessario, il risultato sarà una tecnologia semplice e pronta per l’uso per i consumatori europei, e i principi su cui costruiamo tutta la nostra filosofia e prodotto.