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Investire sul prezzo del petrolio

Oggi le attenzioni di molti sono direzionate verso le possibili ripercussioni al raid americano in Iraq, sia in termini geopolitici che in termini economici per chi vorrà investire sul prezzo del petrolio.

Per chi conosce sa che non ci basiamo mai solo sull’analisi tecnica, ma crediamo molto più nel saper leggere bene le notizie che ci arrivano.

Venerdí mattina, poco dopo le ore 01.00 (ora italiana), il pentagono ha dato il via ad un attacco mirato presso l’aeroporto di Baghdad.

In quel momento nell’aeroporto, si trovavano il generale per le operazioni estere dei Pasdaran e alcuni suoi collaboratori.

Si valuta con attezione la possibilitá di investire sul prezzo del petrolio perché sia Iraq che Iran, fanno parte dei primi 10 stati al mondo per produzione di greggio.

Pertanto ci saranno sicuramente implicazioni per questo asset.

La quotazione del petrolio, ad ora ha visto crescere il suo valore per barile di ben 4€ con una crescita percentuale maggiore del 7% passando da 61,13$ a 65,56$.

Quali saranno i risvolti?

Il quesito non sarà solo rivolto a capire quale saranno i risvolti politici, ma bensì in maniera più pratica, quali saranno i risvolti economici.

Gli investitori in generale temono che ci possono essere delle ripercussioni dovute alla possibile risposta dell’Iran, che finora ha attaccato solo 2 basi U.S. preallertate.

Peraltro il presidente americano, ha tuonato anche contro l’Iraq dicendo che andrá contro a ripercussioni qualora vengano mandate via le truppe statunitensi.

Anche verso l’Iran ha fatto delle esternazioni, comunicando che se si attaccheranno siti statunitensi, l’America si sentirà libera di rispondere.

Una crescita di schermaglie militari, rischierebbe di comportare una crescita importante del prezzi del petrolio e possiamo valutare anche una conseguente crescita dell’oro in quanto bene rifugio.

Il petrolio tocca i massimi degli ultimi 4 mesi, aumento dei beni di rifugio

Come mostratoci dalla variazione percentuale sui grafici finanziari, il greggio, ha toccato il prezzo massimo degli ultimi 4 mesi, nello specifico, il WTI ha superato i 64$ per barile, invece il BRENT si aggira intorno a poco meno di 70$.

Conviene investire sul prezzo del petrolio?

In questo clima di instabilità, chiaramente gli investitori, rivolgono le loro attenzioni verso lidi meno rischiosi.

Tra i beni rifugio piú noti, sicuramente conosciamo l’oro che é arivato sopra i 1574$ e portandosi appresso anche l’argento e il palladio.

Insomma, non hanno fatto in tempo a stilare le previsioni per il 2020, le banceh d’affari, che tutto si rimette in discussione a causa delle tensioni appena citate in un area tanto instabiel quanto cruciale per l’economia mondiale.

In realtà, proprio l’importanza della zona hanno reso l’attacco degli stati uniti realmente incisivo nel panorama mondiale, perché l’uccisione del generale iraniano, non era prevista e pertanto é giunta del tutto inaspettata, ripercuotendosi in maniera importatne sul mercato.

La maggior parte di noi si staranno chiedendo, come questo blitz andrá ad incidere sull’umore delle piazze affari mondiali?

La risposta non é certa, ma si spera che per evitare grossi scossoni, rimanga un caso isolato che non cambierà più di tanto l’umore degli operatori di mercato e del mercato del petrolio.

Tutto può essere, ma sicuramente c’é ulteriore incertezza e questo ci aiuta a comprendere meglio i possibili scenari.

Scenario ad impatto limitato


Nonostante sia ancora presto per dare una lettura chiara e certa in ambito geopolitico a seguito del blitz americano, sul mercato finanziario.

La reazione di venerdì é stata negativa ma senza troppo panico, questo dimostra che per ora sui listini prevale la cautela.

I mercati già stanno subendo il seguito delle tensioni geopolitiche, non mediorientali ma con particolare attenzione agli sviluppi della Brexit e delle tensioni tra Cina e USA.

Ipotizzando che non ci sia un escalation di alto rilievo, dunque, i mercati già si trovavano in un un clima di incertezza globale. Per le piazze finanziarie, in fondo, non cambia molto.

Scenari estremi


Sebbene il primo scenario é quello al momento piu plausibile, esistono delle opzioni alternative, una negative e una positive.

La prima è abbastanza semplice da leggere e consisterebbe nel rischio è che il blitz americano porti a un’escalation bellica in Medio Oriente. In questo caso si parla di guerra vera e propria.

In questo caso, i timori in questo sono nella possibilità che vengano colpite le raffinerie nel Golfo Persico, causando inevitabilmente un rialzo consistente del greggio.

Se questo accadesse, i contraccolpi per l’economia globale potrebbero essere forti e comporterebbe la compromissione degli ottimisti rispetto ad una possibile ripresa dell’economia mondiale.

Per ogni Yin, esiste uno Yang, ed infatti si può valutare anche uno scenario piuttosto positivo.

L’uccisione di Soleimani, generale dell’ala piú oltranzista dello stato iraniano, potrebbe offrire allo stato un’opportunità nel rivedere le strategie dello stato, portando auspici positivi nelle sanzioni imposte all’Iran degli USA.

Pertanto, nel momento in cui i toni dello scontro si abbasseranno, chissá che le parti non si rimettano a trattare in maniera positiva, scongiurando una guerra ma soprattutto offrendo ai mercati dei ritorni importanti nonché positivi.

Allo stato attuale, conviene investire sul prezzo del petrolio?

Chiaramente tutto é attaccato al filo delle ripercussioni del blitz, sia in termine di politiche nazionali che per le banche.

Venerdí é stato un primo assaggio di quello che potrebbe accadere, infatti un escalation di tale confronto, comporterebbe un aumento del prezzo del petrolio grezzo e pertanto tenderebbe a favorire, i paesi esportatori.

Chiaramente questo non andrebbe ad incidere solo sul prezzo dell’oro nero, ma anche sul prezzo dei beni rifugio come anche i titoli di stato a lunga scadenza.

Di tale situazione, ne beneficerebbero, chiaramente, le società petrolifere ed energetiche, mentre sarebbero penalizzati i settori più sensibili al ciclo economico.

Finora abbiamo solo azzardato ipotesi ma fino a che non ci saranno delle mosse chiare nello scacchiere internazionale é inutile dare per scontate o certe le possibili reazioni del mercato finanziario.

Petrolio e tecnologia

Giusto per posare un occhio anche a ció che succede in ambito tecnologico, gli sforzi dei big della tecnologia, da tempo, si sono sempre battue per l’utilizzo delle fonti rinnovabili.

Google, Microsoft e Amazon sono stati molto espliciti nei loro sforzi per ridurre la dipendenza del mondo dai combustibili fossili, ma non perdono denaro facile. 

Come documentato dal Wall Street Journal, queste stesse aziende stanno attualmente collaborando con l’industria dei produttori di combustibili fossili per aiutarli ad estrarre più greggio e gas possibili.

Il petrolio è sempre stato difficile da trovare e difficile da estrarre pertanto, l’industria è stata precaria e al limite della redditività più volte nel corso della sua storia. 

É oramai da tempo che gli esperti dicono che presto saremo a corto di petrolio accessibile e conveniente, ma finora si sono sbagliati.

Proprio quando le cose sembrano più complicate per l’oro nero, la nuova tecnologia entra in azione per mantenere a galla l’industria.

All’inizio, l’evoluzione tecnologica, si faceva strada prettamente in ambito di attrezzature, in termini di trapani e pompe migliori. 

Ad oggi, i grandi gruppi petroliferi, stanno investendo un parte dei loro capitali nell’ Intelligenza Artificiale.

Gli algoritmi informatici che migliorano continuamente se stessi possono automatizzare la scoperta di nuove riserve e semplificare l’estrazione di combustibili fossili.

Un grande impulso per le aziende che ora devono competere con il vento e il solare.

Nel 2018, le industrie petrolifere e del gas hanno speso circa 1,75 miliardi di dollari in A.I.. Una somma che si prevede toccherà i 4 miliardi di dollari entro il 2025.

Suona strano, ma per ottenere il loro pezzo di torta, le grandi aziende tecnologiche stanno sviluppando apparati di intelligenza artificiale.

In conclusione

Investire sulla materia prima petrolio, può essere rischioso ma può portare profitti nell’investimento a breve termine e a lungo termine.

Investire sui Cfd o contratti per differenza potrebbe essere non adatto a tutti perché comporta rischi di perdita se non si studia.

In compenso una buona notizia c’è, si possono acquistare e vendere contratti sul greggio e specularci!

Scherzi a parte, esiste un conto demo che può essere richiesto alle migliori piattaforme di trading.

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